Gian Luca Groppi

Gli artisti de L'Invasione dell'UltrArte I^ edizione


GIAN LUCA GROPPI | Fotografo
https://gianlucagroppi.blogspot.com/

BIO
Nato a Piacenza nel 1970, vive e lavora a Genova. Dai 27 anni si dedica alla fotografia, prevalentemente in bianco e nero, stampata personalmente in camera oscura. Negli ultimi anni sperimenta anche il digitale a colori. Definito dalla critica: “un cantastorie moderno che unisce sensibilità ed ironia, nascosta da una facciata di rigida serietà”, pratica l’arte come necessità, utilizzando mente e medium fotografico per esprimere la propria poetica: raccoglie e mette in scena, per disvelare e bonificare, i malesseri, i vuoti e le ansie della società, ammantandoli di un humor salvifico, piuttosto nero.
Ha a suo attivo molte mostre collettive e personali in Italia e all’estero.

IN MATCH CON
L’AMICO RITROVATO – Via Luccoli 98r

OPERE ESPOSTE: 1

Serie: TRIBUTO ALL’INESPRESSO
Pezzo: TRIBUTO A MARINA CVETAEVA

61 x 45 cm
Fotografia. Stampa b/n su carta baritata e cornice bianca.
Anno 2016
ed. 5 + 1 P.A.

DESCRIZIONE LAVORO
TRIBUTO ALL’INESPRESSO: La mia vita è stata arricchita e accompagnata da letterati, artisti pensatori, che hanno avuto una forte influenza sulla mia crescita. Da tempo sentivo la necessità di portare un omaggio a quelli che, fra costoro, hanno posto fine alla loro esistenza prima del tempo. Quindi e’ nata in me la necessità di ricercare, raccogliere, archiviare e trasformare, attraverso un minuzioso lavoro di ricerca, la loro storia e il loro pensiero, creando nuove immagini per il presente e per il futuro. E’ nata così una serie di ritratti simbolici, suggestioni di vite ed emozioni, ormai perdute, che prendono spunto da parti delle loro opere, biografie o, anche, dal momento stesso della morte. La riflessione, però, si ferma non tanto su questo atto finale, ma, piuttosto, sul pensiero duplice di quanto, da una parte, questo gesto estremo ci abbia privato della loro opera ancora inespressa, rendendoci orfani, e, dall’altra, quanto, invece, loro ritenessero di non avere più nulla da dire, lasciando che la loro intelligenza e il loro talento fossero sopraffatti.